FAQ: Acronimi, standard e protocolli


FAQ K.1
Cosa sono i segnali LTE?

Col termine LTE (Long Term Evolution) si indica lo standard impiegato dai sistemi di telefonia mobile di quarta generazione (4G) per la trasmissione dei dati a banda larga. Le trasmissioni telefoniche a standard LTE hanno acquisito, fra le altre, una porzione della banda UHF dal canale E61 al canale E69, comunemente detta banda 800 MHz. A seguito di ciò le frequenze a disposizione delle trasmissioni televisive sono state ridimensionate fino al canale E60. La banda di separazione fra i due sistemi di telecomunicazione è talmente esigua che non è escluso possano aver luogo problemi di interferenza.
Filtri LTE

FAQ K.45
Cosa sono i segnali 5G?

Col termine 5G si indica lo standard impiegato dai sistemi di telefonia mobile di quinta generazione per la trasmissione dei dati a banda larga. Le trasmissioni telefoniche a standard 5G hanno acquisito, fra le altre, una porzione della banda UHF dal canale E49 al canale E60, comunemente detta banda 700 MHz. A seguito di ciò le frequenze a disposizione delle trasmissioni televisive sono state ridimensionate fino al canale E48. La banda di separazione fra i due sistemi di telecomunicazione è talmente esigua che non è escluso possano aver luogo problemi di interferenza.
Filtri 5G

FAQ K.2
Cos'è un LNB?

Un LNB (acronimo di Low noise block converter, ossia letteralmente Blocco convertitore a basso rumore) è un dispositivo composto da illuminatore, polarizzatore e convertitore.
Collocato nel fuoco dell'antenna parabolica ricevente, serve a convertire i segnali satellitari trasmessi in banda KU (tipicamente da 10700 MHz a 12750 MHz) in una banda di frequenza inferiore (950-2150 MHz), la cosiddetta 1 IF (First Intermediate Frequency), consentendo così la distribuzione dei segnali satellitari fino ai ricevitori (decoder) mediante cavo coassiale.
Per conoscere i diversi tipi di LNB esistenti vedi FAQ B.5.

FAQ K.3
Cos'è il protocollo DiSEqC?

Il protocollo DiSEqC (acronimo di Digital Satellite Equipment Control), sviluppato dal provider per trasmissioni Eutelsat, che ne definisce la standardizzazione, è un protocollo di comunicazione fra decoder SAT e dispositivi come LNB, commutatori o motori. I comandi DiSEqC si propagano attraverso il cavo coassiale lungo cui vengono trasmessi i segnali SAT e permettono ai decoder di gestire più LNB, consentendo quindi la ricezione di altrettanti satelliti, di comandare gli spostamenti di una parabola motorizzata e così via. Esistono diverse versioni di questo protocollo, fra le quali la versione DiSEqC 2.0 che consente di pilotare fino a 4 LNB con comunicazione bidirezionale.

FAQ K.4
Cosa significa Legacy?

Con il termine Legacy vengono indicati tutti quei dispositivi (LNB o multiswitch) per i quali è possibile collegare a ciascuna loro uscita un solo decoder SAT alla volta. La selezione dei vari programmi da parte dei decoder avviene mediante i comandi di commutazione 13÷18 V  0÷22 KHz.

FAQ K.5
Cosa significa SCR?

L'Unicable o SCR (acronimo di Satellite Channel Router) è un sistema di distribuzione dei segnali satellitari che consente di gestire in maniera indipendente fino a 4 utenze collegate al medesimo cavo, senza limitazioni di banda o di numero di canali ricevibili.
Ciò rende possibile l'impiego di decoder PVR (per la visione di un canale e la registrazione di un altro, ad es. MySky) e la visione in contemporanea di programmi distinti in due differenti stanze di una stessa abitazione (es. Sky Multivision).
Le frequenze associate alle 4 User Band adottate dalla tecnologia SCR sono le seguenti: 1210, 1420, 1680, 2040 MHz.

FAQ K.6
Cosa significa dCSS?

La tecnologia dCSS (acronimo di Digital Channel Stacking Switch) consente di distribuire un numero potenzialmente illimitato di transponder in maniera indipendente ad un massimo di 16 dispositivi collegati sul medesimo cavo. Questa tecnologia utilizza le 4 frequenze SCR più altre 12 frequenze dCSS (vedi FAQ K.7). Le prime 4 frequenze SCR possono essere impiegate anche da decoder STB (Set-top box) e decoder PVR (Personal Video Recorder) compatibili con la tecnologia SCR.
Le restanti 12 frequenze, invece, possono essere utilizzate da decoder STB multituner (es. Sky Q) che offrono prestazioni più potenti rispetto agli attuali decoder. Questo tipo di decoder, ad esempio, consente infatti di vedere/registrare sul TV e su dispositivi portatili (tablet, smartphone, laptop) fino a 9 programmi.

FAQ K.7
Quali sono le frequenze dCSS?

La tecnologia dCSS prevede l'uso di 16 User Band (vedi FAQ K.8), di cui le prime 4 sono le medesime già adottate dalla tecnologia SCR, al fine di garantire la retrocompatibilità.
Per quel che riguarda il panorama italiano (vi sono infatti altre realtà, come ad esempio quella del Regno Unito, che impiegano frequenze diverse), le frequenze in banda 1 IF associate alle 16 User Band sono le seguenti: 1210, 1420, 1680, 2040, 985, 1050, 1115, 1275, 1340, 1485, 1550, 1615, 1745, 1810, 1875, 1940 MHz.

FAQ K.8
Cosa si intende per User Band?

Con User Band si indica un canale in banda IF dedicato ad uno specifico utente. Questo concetto, adottato dapprima dalla tecnologia SCR e poi da quella dCSS, trova applicazione in quelle soluzioni di impianto con distribuzione monocavo dei segnali satellitari.

FAQ K.9
Cosa si intende per NVR e DVR?

Sia il NVR che il DVR sono dispositivi per la registrazione di video provenienti da telecamere di sorveglianza.
Collegati all'ingresso HDMI di un modulatore digitale consentono di riprodurre sul TV di casa i video, in risoluzione HD, acquisiti dalla telecamera di sorveglianza.
La sostanziale differenza tra i due tipi di dispositivi consiste nella modalità di immagazzinaggio delle immagini registrate:
il NVR (acronimo di Network Video Recording) permette di salvare i video in rete;
il DVR (acronimo di Digital Video Recording), invece, permette di salvare i video su un hard disk, interno o esterno al DVR stesso.

FAQ K.10
Cos'è l'HEVC?

HEVC (High Efficiency Video Coding) o H.265 è un codec, ovvero uno standard di compressione video, che permette di ridurre fino al 50% la banda occupata da un programma TV. Erede dell'H.264/MPEG-4 AVC (Advanced Video Coding, codifica video avanzata), l'HEVC migliora la qualità video, raddoppia il rapporto della compressione dei dati rispetto all'H.264 e supporta l'ultra definizione a 8K e risoluzioni maggiori fino a 8192×4320.
Questo risultato, sommato all'efficienza garantita dallo standard DVB-T2, fa sì che, all'interno di un mux, un canale HD (alta definizione) occupi lo stesso spazio di un canale SD (risoluzione standard).

FAQ K.11
Cos'è il FAT32?

FAT (acronimo di File Allocation Table) è il file system primario di diversi sistemi operativi DOS e Microsoft Windows fino alla versione Windows ME (Millennium Edition).
Si tratta di un file system ormai superato: con il FAT32 la dimensione del singolo file non può essere superiore ai 4 GB ed offre prestazioni inferiori rispetto a quelle di file system più recenti.
Windows NT e le successive versioni, così come molti altri sistemi operativi moderni (Unix, Linux, Mac, ecc.), hanno introdotto l'NTFS (vedi FAQ K.12) e mantenuto la compatibilità con il file system FAT più che altro per la formattazione di pen drive, schede di memoria e altri dispositivi mobili, grazie al suo alto livello di compatibilità con Smart TV, decoder multimediali, media player, ecc.

FAQ K.12
Cos'è l'NTFS?

NTFS (acronimo di New Technology File System) è un file system, proprietario di Microsoft, implementato come standard sulle versioni di Windows a partire da Windows NT in poi.
Più recente del file system FAT32, consente nomi di file lunghi e non spreca spazio su disco, ma la scarsa disponibilità di documentazione ne ha limitato la diffusione, per cui, ad esempio, non trova impiego nelle fotocamere digitali o nella formattazione di base delle penne USB.
Può essere impiegato, in alternativa al file system FAT32, per la formattazione di un hard disk o di una memoria esterna. Qualora il disco sia già formattato, è comunque possibile passare da un tipo all'altro senza dover procedere ad una nuova formattazione, effettuando una conversione del file system.

FAQ K.13
Cosa significa Free To Air?

Free To Air (il cui acronimo è FTA) è un'espressione anglosassone impiegata per indicare tutte le trasmissioni radiotelevisive gratuite e, di conseguenza, anche tutti i dispositivi adatti alla loro ricezione.

FAQ K.14
Cosa significa Common Interface?

Common Interface è un’interfaccia hardware e software standardizzata dal DVB Project (un consorzio industriale che si occupa di mantenere un insieme di standard concepiti per lo sviluppo e la diffusione della televisione digitale) e progettata per la decodifica dei segnali digitali televisivi e radiofonici a pagamento (pay-tv, pay-per-view, ecc.).
I transmodulatori dotati di Common Interface, così come alcuni decoder e TV, dispongono di uno o due slot (fessure) nei quali inserire i moduli CAM Common Interface (formato PCMCIA/PC Card) compatibili con i sistemi di codifica più diffusi tra le pay-tv come Nagravision, Viaccess, ecc.

FAQ K.15
Cos'è una CAM?

Una CAM (Common Access Module) è un modulo d'accesso condizionato necessario per la decodifica dei programmi criptati a pagamento attraverso televisori e ricevitori dotati di slot Common Interface (spesso identificato dalla sigla “PCMCIA”). Viene utilizzata in abbinamento alle relative smart card compatibili con i sistemi di codifica più diffusi tra le pay-tv come Nagravision, Viaccess, ecc. Il modulo CAM è dotato al suo interno anche di un lettore smart card per le tessere di abbonamento a microchip.

FAQ K.16
Cos'è il DVB-T?

Il DVB-T (Digital Video Broadcasting - Terrestrial) è uno standard trasmissivo dei segnali televisivi digitali terrestri basato sulla tecnica di modulazione multiportante OFDM (Orthogonal Frequency Division Multiplexing). La modulazione digitale garantisce prestazioni elevate e consente di distribuire all'interno di un singolo canale trasmissivo circa 5/6 programmi in definizione standard o fino a 3 programmi in alta definizione.

FAQ K.17
Cos'è il DVB-T2?

Il DVB-T2 (DVB-T di seconda generazione) è uno standard trasmissivo dei segnali televisivi digitali terrestri, il quale riprende parte delle tecnologie del DVB-T (vedi FAQ K.16), prime fra tutte la modulazione multiportante OFDM e le costellazioni QAM, cui associa elementi innovativi, come ad esempio la trama di suddivisione dei dati e codifica di canale del DVB-S2 (vedi FAQ K.22).
Grazie ad un utilizzo più efficiente dello spettro delle frequenze televisive, il DVB-T2 consente di incrementare il numero di programmi SD o HD presenti all'interno di un singolo MUX.

FAQ K.18
Cos'è il DVB-T2 LITE?

Il DVB-T2 LITE è un profilo del DVB-T2  (vedi FAQ K.17) pensato nello specifico per la ricezione mobile. Grazie alla scissione della trama di un segnale T2 in due sottotrame, ottimizza separatamente le componenti dedicate ai servizi verso i terminali fissi e mobili. Ciò consente l'impiego di ricevitori molto più semplici ed efficienti per applicazioni a bassa capacità, come la trasmissione verso terminali mobili, con la possibilità, inoltre, di diminuire notevolmente il consumo di batteria.

FAQ K.19
Passaggio dal DVB-T al DVB-T2: cosa cambia?

Grazie ad una estesa flessibilità dei parametri, che consentono al sistema di adattarsi alle caratteristiche del canale di trasmissione ed al tipo di servizio, lo standard DVB-T2 (vedi FAQ K.17) incrementa la capacità trasmissiva di un mux fino al 50% rispetto al DVB-T (vedi FAQ K.16). Ciò agevola la trasmissione dei segnali HD o incrementa il numero di programmi SD presenti all'interno di un mux. Per contro, mentre televisori e decoder con standard DVB-T2 sono in grado di ricevere anche segnali con modulazione DVB-T (in quanto lo standard DVB-T2 garantisce la retrocompatibilità), non è vero il contrario.
Occorrerà sostituire TV e decoder che supportano solo lo standard DVB-T.

FAQ K.20
Con l'avvento del DVB-T2, cosa succederà ai dispositivi televisivi con standard DVB-T?

Poiché lo standard DVB-T2 (vedi FAQ K.17) garantisce la retrocompatibilità con lo standard DVB-T (vedi FAQ K.16), i nuovi dispositivi di ricezione con standard DVB-T2 saranno in grado di decodificare anche segnali DVB-T, mentre non sarà possibile il contrario: i dispositivi con standard DVB-T attualmente in uso, infatti, non sono in grado di ricevere segnali DVB-T2.
Ciò comporta che mentre tutte le sorgenti (come modulatori digitali, transmodulatori, ecc.) di segnali DVB-T potranno continuare a rimodulare i segnali all'interno degli impianti di ricezione, gli apparecchi di ricezione (TV e decoder digitali terrestri) con standard DVB-T dovranno necessariamente essere sostituiti con modelli aventi il nuovo standard DVB-T2 o essere integrati con decoder DVB-T2 esterni.

FAQ K.21
Cos'è il DVB-S?

Il DVB-S (Digital Video Broadcasting - Satellite) è lo standard del consorzio europeo DVB impiegato in prima istanza per la trasmissione televisiva satellitare di segnali digitali. Il sistema prevede la trasmissione in modalità broadcast di un flusso audio/video digitale in formato MPEG-2, utilizzando un sistema di modulazione QPSK.

FAQ K.22
Cos'è il DVB-S2?

Il sistema per la trasmissione satellitare DVB-S2 (DVB-S di seconda generazione) è il primo sistema di seconda generazione definito dal consorzio europeo DVB, impiegato ad oggi da molti operatori televisivi per le trasmissioni satellitari di segnali digitali ad alta definizione (HD). Evoluzione dello standard DVB-S, è stato progettato oltre che per servizi diffusivi di TV e HDTV, anche per applicazioni interattive per l’utenza domestica e professionale. Il sistema prevede la trasmissione di uno o più flussi audio/video digitale, utilizzando un sistema di modulazione QPSK o MAPSK.

FAQ K.23
Quali sono le differenze tra i due standard DVB-S e DVB-S2?

Lo standard DVB-S2 (vedi FAQ K.22) garantisce un notevole incremento della capacità trasmissiva rispetto allo standard DVB-S (vedi FAQ K.21) grazie alla capacità di variare i parametri di codifica e di modulazione ad ogni trama ed alla possibilità di rendere adattativo il cambiamento di tali parametri, sulla base delle informazioni raccolte dal canale di ritorno di ogni singolo utente.

FAQ K.24
Cos'è il DVB-C?

Il DVB-C (Digital Video Broadcasting - Cable) è lo standard del consorzio europeo DVB impiegato per la trasmissione televisiva via cavo. Viene impiegato all’interno di reti cablate a distribuzione orizzontale sia di grandi dimensioni (CATV) che di proporzioni più ridotte. Il sistema prevede la trasmissione di un flusso audio/video digitale in formato MPEG-4, utilizzando un sistema di modulazione QAM con codifica di canale.
Grazie alla maggior bit-rate processabile nella stessa banda di frequenza rispetto a quanto è possibile ottenere impiegando lo standard DVB-T, il DVB-C è in grado di offrire un maggior numero di programmi all'interno di uno stesso canale trasmissivo.

FAQ K.25
Cos'è il DVB-C2?

Il DVB-C2 (DVB-C di seconda generazione) è uno standard del consorzio europeo DVB impiegato per la trasmissione televisiva via cavo, nato sulla scia degli altri due standard di seconda generazione DVB-S2 (vedi FAQ K.22) e DVB-T2 (vedi FAQ K.17). Il DVB-C2, che prende il via dall'evoluzione dello standard DVB-C (vedi FAQ K.24) e del protocollo GSE (Generic Stream Encapsulation), estende le costellazioni fino alla 4k-QAM e introduce massima flessibilità di allocazione nella banda di canale disponibile.

FAQ K.26
Quali sono le differenze tra i due standard DVB-C e DVB-C2?

Basato sulle tecniche di codifica di canale del DVB-S2 (vedi FAQ K.22) e sulla modulazione OFDM del DVB-T2 (vedi FAQ K.17), il DVB-C2 consente un aumento della capacità di trasmissione di un canale di oltre il 30% rispetto allo standard DVB-C (vedi FAQ K.24) a parità di larghezza di banda del canale.

FAQ K.27
Cos'è un STB?

Un Set-Top Box (o STB) è un dispositivo televisivo (tipicamente un decoder) a singolo tuner in grado di interfacciarsi con televisori, monitor e/o videoproiettori per consentire la visione di alcuni standard televisivi, come ad esempio quello satellitare, inizialmente non previsti dall'apparecchiatura ad essi collegata.
Se adibito alla decodifica delle Pay-TV, il Set-Top Box è provvisto di uno o più slot per PCMCIA (CAM) e/o uno o più lettori per smart card.

FAQ K.28
Cos'è un STB PVR?

Un STB PVR (Set-Top Box Personal Video Recorder) è un Set-Top Box (vedi FAQ K.27) dotato di un doppio tuner (es.: decoder MySky HD). Il secondo tuner consente di programmare la registrazione automatica di un programma televisivo e ne permette la visione in un secondo momento, a discrezione dell'utente.

FAQ K.29
Legge 164: di cosa si tratta?

La Legge 164 dell’11 novembre 2014 regola le disposizioni per l’infrastrutturazione degli edifici con impianti di comunicazione elettronica. Questa legge è volta ad agevolare l'installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità, nel rispetto della “neutralità tecnologica”. L’infrastruttura multiservizio, infatti, deve essere predisposta per ospitare tutte le tipologie di cavo e di cablaggio: fibra ottica, cavo coassiale, cavo LAN ed altri cavi di segnale. L’importante è garantire la realizzazione di futuri adeguamenti tecnologici e/o integrazioni.
L’articolo 6-ter, comma 2 di questa legge sancisce che, dal 1° luglio 2015, tutti gli edifici di nuova costruzione e quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti dovranno essere dotati di un’infrastruttura fisica multiservizio passiva all’interno dell’edificio e di un punto di accesso dei servizi che consente la connessione con l’infrastruttura interna.
La Guida CEI 306-22 offre indicazioni per realizzare un lavoro a regola d'arte.

FAQ K.30
Cosa significa CSOE?

Il CSOE (Centro Servizi Ottico di Edificio) si occupa di ricevere tutti i segnali in fibra ottica (sia quelli provenienti dal sottotetto che quelli che raggiungono il ROE) e di ridistribuirli all’interno di ogni unità immobiliare.

FAQ K.31
Cosa significa ROE?

Il ROE (Ripartitore Ottico di Edificio) è l'elemento di collegamento tra la rete degli operatori di telecomunicazioni e la rete di distribuzione in fibra ottica interna al condominio.

FAQ K.32
Cosa significa STOA?

La STOA (Scatola di Terminazione Ottica di Appartamento) è l'elemento di collegamento all’interno dell’unità abitativa tra l’impianto in fibra ottica presente nella parte comune e quello che si sviluppa all’interno dell’appartamento.

FAQ K.33
Cosa significa QDSA?

Un QDSA (acronimo di Quadro di Distribuzione dei Segnali di Appartamento) è un vano tecnico situato all’interno dell’unità abitativa nel quale trovano posto i vari dispositivi di distribuzione dei segnali.

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